Come fare le prugne secche

Come fare le prugne secche
Come fare le prugne secche

È uno dei frutti dell’estate e dei migliori alleati del nostro organismo: ricco di proprietà benefiche, la prugna è decisamente un alimento da non trascurare nella nostra dieta quotidiana. Oltre che nella classica versione fresca, appena colta dall’albero, possiamo anche gustare il frutto essiccato, dolce e altrettanto salutare: vediamo insieme come fare le prugne secche a casa e assicurarci un carico di benessere!

Prugna o susina, le differenze e le denominazioni corrette

Prima di iniziare, partiamo da una curiosità lessicale: molto spesso infatti si fa confusione nella terminologia comune tra prugna e susina e in effetti i due nomi sono usati di frequente un po’ a “casaccio”. Anche se fanno riferimento alla stessa famiglia di alberi (indicando in entrambi i casi il frutto generato dall’albero del susino, il Prunus domestica, che si chiama anche “pruno”) e quindi non presentano distinzioni apparenti dal punto di vista botanico, infatti, i due termini dovrebbero essere usati in maniera distinta, con due teorie in merito.

Secondo la prima, accertata anche da Wikipedia, il sostantivo prugna dovrebbe essere usato per indicare i frutti allungati del pruno domestico di antica origine europea, mentre invece susina è il termine da preferire per i frutti tondi della varietà del Prunus Salicina, importato nel Vecchio Continente dall’Asia in periodi storici più recenti.

L’altra teoria, invece (a cui fa riferimento ad esempio la Coop) ribadisce l’assenza di differenze botaniche e attribuisce la presenza dei due nomi alle caratteristiche dello stato di conservazione del frutto: vale a dire, susina è il prodotto appena raccolto dall’albero, da consumare fresco, mentre prugna è il termine corretto da usare quando il frutto ha subito un processo di trasformazione, e in particolare l’essiccazione che andiamo a studiare ora.

I benefici delle prugne

A prescindere dai nomi e dalle differenze morfologiche, prugne e susine hanno rilevanti proprietà benefiche per l’organismo e in particolare per l’apparato digerente, perché sono ricche di vitamine (soprattutto A-B1-B2 e C) e di sali minerali come magnesio, fosforo, potassio e calcio, e possono aiutare per superare stati di stanchezza (frutto fresco) o per rimettere in moto l’intestino grazie ai loro effetti lassativi (prugne secche).

Per queste caratteristiche, le prugne secche si rivelano un’ottima idea per uno spuntino di metà mattina o per una merenda sana e equilibrata, grazie a proprietà energizzanti, toniche e depurative che ci consentono di ricaricare le batterie, soprattutto quando fa molto caldo e siamo impegnati al lavoro.

Come fare le prugne secche

In genere, il modo più semplice di consumare le prugne secche è di acquistare il prodotto confezionato al supermercato o nei negozi di alimentari: classicamente, si tratta delle prugne della California, di varietà Stanley o Sugar, che sono essiccate attraverso procedimenti industriali standard che rispettano la delicatezza del frutto e non ne alterano la qualità.

Tuttavia, chi riesce a fare rifornimento del frutto fresco durante il suo periodo di maturazione può anche cimentarsi nella preparazione delle prugne secche in casa: il procedimento non è troppo complicato e ci consentirà non solo di smaltire eventuali residui di frutta (così da non buttare ciò che non siamo riusciti a mangiare fresco), ma anche di fare scorte per la stagione fredda.

Il procedimento per preparare le prugne secche a casa

Come dicevamo, fare le prugne secche a casa non è troppo difficile, ma richiede tempo e soprattutto pazienza perché è preferibile togliere il nocciolo a ogni frutto, l’operazione che può creare maggiori grattacapi.

Per orientarci con i quantitativi, dobbiamo ovviamente considerare che la prugna essiccata perde buona parte della massa originaria (in particolare la quota di acqua) e diventa più zuccherina del frutto fresco. La proporzione approssimativa è di 1:5 (uno a cinque), ovvero se dieci prugne fresche hanno un peso di circa 250 grammi, al termine del processo di essiccazione le stesse peseranno all’incirca 55 grammi.

Si comincia con il lavare e asciugare accuratamente le prugne, cercando di trattarle sempre con delicatezza; intanto, mettiamo sul fuoco una pentola d’acqua di capienza sufficiente per contenere i frutti e aspettiamo che raggiunga il punto di ebollizione. Ora immergiamo le prugne, badando a non tenerle in acqua per più di un minuto (devono essere solo scottare, non cotte), controllando che la buccia esterna inizi a gonfiarsi.

Scoliamo i frutti e mettiamo posizionati su una griglia per farli asciugare: se abbiamo spazio e possibilità, la soluzione ideale per un’essiccazione naturale è metterle al sole per alcuni giorni (disposte in una teglia rivestita con carta da forno), ma possiamo anche più semplicemente infornare le prugne a una temperatura bassa (50 o 60 gradi) per un paio di ore, lasciando il forno con lo sportello semichiuso.

Le operazioni finali per le prugne secche

Quando la buccia si sarà rattrappita, senza però che sia ancora completamente secca, dobbiamo procedere con il passaggio più laborioso, ovvero snocciolare singolarmente le prugne. È opportuno fare ora questa operazione e non nelle fasi iniziali, quando è più difficile estrarre il nocciolo e bisognerebbe tagliare a metà i frutti, perdendo quindi la caratteristica compattezza delle prugne secche.

Finito di denocciolare le prugne, dobbiamo rimetterle in forno per un’altra mezz’ora circa, per concludere l’essiccazione alla perfezione.

Come consumare le prugne secche

Finite le operazioni, possiamo conservare le prugne secche in un barattolo di vetro ben sigillato e stipato in un luogo fresco e asciutto, in cui resisteranno per molti mesi.

Abbiamo detto che le prugne secche sono un ottimo snack e possono essere consumate da sole in ogni momento della giornata, ma possono anche diventare ingredienti per preparare dolci sfiziosi o per condire in maniera originale dei secondi piatti a base di carne.

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