Come usare lo spargifiamma

Come usare lo spargifiamma
Come usare lo spargifiamma

È un accessorio utile ed economico, disponibile in tante varianti e tipologie: eppure, non sempre sappiamo come usarlo e come funziona uno spargifiamma o quando è consigliabile utilizzarlo sui fornelli. Proviamo a scoprire qualche informazione pratica in più su questo strumento, che può diventare un importante alleato in cucina.

Che cos'è uno spargifiamma

Anche se, come detto, ne esistono modelli anche molto differenti, in linea di massima uno spargifiamma è un disco in metallo, eventualmente con una rete fitta in acciaio inox, che va posizionato sui fornelli a gas della cucina, su cui poi appoggeremo la pentola.

A cosa serve questo strumento

Il nome lascia intuire subito la sua funzione: lo spargifiamma (a volte anche chiamato spargi fiamma) serve appunto a distribuire il calore in modo uniforme sul fondo della pentola, e quindi a tutti gli alimenti contenuti al suo interno, evitando che il cibo si attacchi ai bordi e possa bruciare.

Quindi, con questo strumento possiamo spargere la fiamma del fornello in maniera più efficace, anziché concentrarla solo sulla parte della pentola che poggia sugli "spartifiamma" (i classici piattelli delle cucine), col risultato non solo di ottenere una cottura più omogenea e di mantenere calda la pentola, anche a fuoco ormai spento, ma anche di salvaguardare il pentolame.

I vantaggi dello spargifiamma

Questo pratico attrezzo si rivela un alleato indispensabile soprattutto se prepariamo ricette da cucinare in pentole di terracotta, recipienti di cottura in vetro, pirex e ceramica o per far bollire l'acqua nella caraffa. La migliore distribuzione del calore permette alle pentole di scaldarsi e dilatarsi in modo uniforme, e questo evita che la classica e sola fiamma possa concentrarsi su un solo punto, provocando nel migliore dei casi un annerimento della zona e, nel peggiore, una crepatura e una rottura delle pentole a causa della distribuzione irregolare del calore.

Quasi tutti gli spargifiamma in commercio, infatti, sono abbinati a un diffusore termico, che sparge il calore in maniera uniforme su una superficie di contatto, aiutandoci quando utilizziamo pentole composte da un materiale con scarsa conducibilità, notevole rigidezza e forte dilatazione termica, come appunto possono essere i tegami di coccio o terracotta, delicati e spesso a rischio di spaccarsi se esposti a uno shock termico.

Quando non usare lo spargiamma

Ci sono quindi alcuni vantaggi pratici nello scegliere questo utensile, che però ha anche un (piccolo) svantaggio: a causa del principio di diffusione della fiamma si perde "forza" e caloria quando usiamo il fornello, perché parte del calore si disperde nell'ambiente e non contribuisce a scaldare direttamente la pentola.

Ciò significa che si allungano i tempi della cottura, motivo per il quale si rivela sostanzialmente inutile (se non dannoso) utilizzare lo spargifiamma con pentole, caffettiere o altri utensili di metallo, che possono andare direttamente a contatto con il fuoco.

Inoltre, lo spargifiamma non è adatto e non va usato per le fritture e le cotture che necessitano di un fuoco più vivace, e per alcune ricette va applicato sul fornello in un secondo momento. È il caso di piatti che richiedono una rosolatura iniziale a fuoco più alto o del classico ragù: meglio iniziare a cuocere nella maniera normale, con la pentola poggiata sullo spartifiamma, per assicurare la rosolatura corretta a fuoco vivace e poi aggiungere lo spargifiamma per proseguire la preparazione a fuoco lento.

Come usare lo spargifiamma

E quindi, qual è il modo corretto per utilizzare lo spargi fiamma? Abbiamo già detto che il metodo di uso è davvero semplice, perché basta solo prendere il disco e appoggiarlo direttamente sopra il fornello a gas, adagiando poi la pentola necessaria alla nostra ricetta.

Oltre ai vantaggi già descritti, però, ci sono altre informazioni utili che possono farci propendere a usare questo utensile in cucina: ad esempio, se vogliamo preparare pietanze che necessitano di lunghe cotture e di un fuoco lento, come brasati, legumi, stufati, ragù, sughi e altri piatti in umido, lo spargifiamma è davvero ideale perché ottimizza i tempi di cottura, previene la fuoriuscita di liquido durante l'ebollizione e ci libera dall'incombenza di dover mescolare spessissimo gli alimenti in pentola, grazie appunto all'uniformità del calore.

Anche in questo caso, però, c'è un aspetto da non trascurare: dobbiamo fare attenzione a non rompere lo spargifiamma facendogli subire uno shock termico. Quindi, dopo l'uso è bene far raffreddare gradualmente l'utensile e solo dopo metterlo sotto l'acqua fredda, per evitare che si spacchi. Inoltre, la parte inferiore del disco può ricoprirsi di fuliggine nel corso della cottura, quindi dobbiamo fare attenzione a dove appoggiamo lo strumento che togliamo dal fuoco.

Le caratteristiche e i tipi di spargifiamma

Non è difficile trovare spargifiamma in commercio, perché è venduto in tutti i negozi di casalinghi o presso gli eCommerce e ne esistono di tantissime marche e tipologie. La prima differenza è quella della materia prima del prodotto: le più usate sono alluminio e ghisa, con la retina di acciaio nella parte superiore.

Molti modelli hanno una impugnatura rivestita in silicone, che risulta comoda e utile perché consente di non scottarsi quando togliamo lo spargifiamma dal fuoco o lo manovriamo sui fornelli.

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