Differenza totano e calamaro: ecco come distinguerli

Differenza totano e calamaro: ecco come distinguerli
Differenza totano e calamaro: ecco come distinguerli

La famiglia dei molluschi cefalopodi è piuttosto ampia e offre gustose opportunità a chi ama i piatti a base di pesce: ne fanno infatti parte tra gli altri calamari, totani e seppie, protagonisti di tantissime ricette sfiziose e saporite. Eppure, c’è spesso difficoltà nel riconoscere a colpo d’occhio i vari esemplari e in particolare nel distinguere tra un totano e un calamaro: ecco dunque le principali caratteristiche e le differenze tra queste specie così da non fare più confusione.

Le caratteristiche comuni tra totani, calamari e seppie

Come detto, questi molluschi appartengono alla stessa famiglia e inevitabilmente hanno dei tratti in comune: innanzitutto, sono tra i più antichi abitanti del mare, essendosi sviluppati in questa forma durante il Mesozoico come evoluzione di specie precedenti.

Le caratteristiche simili sono la presenza totale di 10 tentacoli dotati di ventose, distinti in 8 più corti e 2 più lunghi (le clave) che servono a catturare le prede e possono essere estroflessi; hanno forma affusolata, con un mantello che ricopre interamente il corpo, occhi laterali e una bocca armata da robuste mascelle a forma di becco.

Inoltre totani, calamari e seppie presentano una sacca di inchiostro commestibile, che serve come mezzo di difesa in caso di attacchi per offuscare la vista dei predatori. Tutti i cefalopodi sono abili predatori di altri invertebrati e pesci, si muovono in mare nuotando con un sistema di propulsione a getto e braccano la preda grazie alla bocca. Ancora, vivono in profondità e preferiscono fondali fangosi, rocciosi o sabbiosi.

Come distinguere totani e calamari

Le similitudini finiscono qui e possiamo iniziare a elencare le differenze tra totano e calamaro, i molluschi che in genere si rischia di confondere a prima vista in quanto quasi identici (mentre invece le seppie sono molto diverse e più semplici da riconoscere).

Ci sono almeno 3 categorie di differenze principali da conoscere per non commettere errori nell’individuare un calamaro o un totano, sia sul banco del pesce che in acqua, dove è possibile scorgere il primo tratto dissimile: pur concentrando entrambi la loro attività nelle ore notturne, il calamaro viene pescato tra settembre e dicembre e può essere trovato anche nella fascia costiera, mentre il totano ha abitudini più abissali e il suo periodo di pesca ideale è tra aprile e luglio.

Totano e calamaro, le differenze nell’aspetto

La prima differenza importante e visibile riguarda la conformazione del corpo e delle pinne della coda tra questi due molluschi. Pur avendo entrambi un corpo affusolato e allungato, con pinne triangolari all’estremità, ci sono alcuni fondamentali tratti distintivi.

Il calamaro ha pinne laterali (a volte definite anche ali) poco sporgenti che partono dalla coda e si estendono per larga parte del corpo, mentre nel totano queste appendici sono più corte, localizzate nella sola parte finale, ma molto più sporgenti, e hanno una tipica forma triangolare a punta di lancia.

Le diversità di tentacoli e colori

Inoltre, il calamaro presenta un gladio - o penna - più spesso rispetto a quello del totano: si tratta di un elemento tipico dei molluschi cefalopodi (il famoso osso di seppia, per intenderci), residuo della conchiglia ancestrale, che in pratica è una struttura rigida interna al sacco che contiene i visceri.

Un’altra differenza è notabile nei tentacoli: quelli dei calamari hanno solo ventose, mentre i totani sono forniti anche di piccoli uncini che garantiscono una presa più

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