Il riso basmati è una varietà di riso molto famosa, riconoscibile soprattutto per il suo chicco allungato, il gusto delicato e la particolare fragranza che si sprigiona quando è in cottura. Per chi non lo sapesse il nome di questo riso indiano significa infatti “regina di fragranza” e non è affatto un caso se quando viene preparato risulta avere un gusto molto particolare ed aromatico.
Anche se siamo soliti parlare del riso basmati come se fosse unico e solo, in realtà esistono ben 86 varietà ma soltanto 18 hanno le caratteristiche di quello originale. A quanto pare la varietà più pregiata al mondo viene prodotta ai piedi dell’Himalaya e si chiama Dehra Dun, ben diversa da quelle coltivate nel resto del Pakistan e dell’India da centinaia di anni.
Ad ogni modo tutti i tipi di riso basmati hanno moltissime proprietà benefiche e, a differenza del riso più classico, sono maggiormente consigliati nell’alimentazione degli ipertrigliceridemici, obesi e diabetici.
Nella cucina orientale il riso basmati è impiegato come la nostra pasta o il pane. Viene infatti unito a fine cottura ad altri cibi per completare un piatto (proprio come facciamo noi con la pasta) oppure cotto e consumato come accompagnamento di altre pietanze (come si fa con il pane).
Essendo particolarmente versatile e molto saporito, può essere utilizzato per la preparazione di ottimi piatti a base di carne, pesce e verdure ma si può scegliere di portare in tavola anche questo riso in bianco, come nel caso del riso pilaf che viene cotto in burro, cipolla e brodo aromatizzati alla cannella e chiodi di garofano.
Con il riso basmati è invece sconsigliata la preparazione di minestre e risotti, visto che in cottura i suoi chicchi restano separati e sodi.
Vediamo quindi nel dettaglio come cucinare il riso:
Fase 1. Sciacquarlo
Per fare in modo che i chicchi restino ben divisi e compatti dopo la cottura, è necessario eliminare l’amido sciacquandoli abbondantemente. Per farlo basterà riporli in una ciotola capiente e, dopo averli ricoperti con acqua fredda corrente, rigirarli più volte e cambiare l’acqua fin quando non risulterà essere limpida. Ci vorranno almeno 3 risciacqui.
Fase 2. Tenerlo in Ammollo
Un piccolo trucco, che consente ai fragili chicchi di riso di rafforzarsi, è quello di tenerli in ammollo per circa 30 minuti prima di passare alla fase di cottura. Si potrà quindi utilizzare la stessa ciotola impiegata per la fase di risciacquo, purché l’acqua adoperata sia fredda e pulita.
Fase 3. Cuocerlo
Una volta che il riso è stato scolato, con molta attenzione per evitare che finisca nel lavello, si potrà passare alla fase di cottura. Per farlo sarà innanzitutto necessario procurarsi una pentola dal fondo spesso (meglio ancora se di ceramica) ed utilizzare abbondante acqua, sufficiente a ricoprire il riso di almeno un paio di dita.
Consiglio: moltissime persone, per non sbagliare con le dosi, utilizzano una tazza come unità di misura. Una tazza di riso infatti corrisponderebbe a 1,5 tazza di acqua.
Quando questa avrà raggiunto l’ebollizione si aggiungerà sale e riso e si farà cuocere, con il coperchio, per 3 minuti a fiamma vivace continuando poi per altri 10 minuti a fiamma moderata.
Importante: è necessario non sollevare mai il coperchio durante la cottura per fare in modo che il riso si cuocia grazie al vapore.
Fase 4. Farlo Riposare
Far riposare il riso al termine della sua cottura è l’ultima fase da seguire. Una volta spento il fuoco sarà opportuno lasciar raffreddare il basmati, all’interno della stessa pentola o in una ciotola, prima di portarlo in tavola o impiegarlo in una delle tante ricette.
Così come la maggior parte dei prodotti confezionati, anche il riso basmati può essere conservato a lungo se la sua scatola è integra. I tempi sono riportati su ogni confezione e fanno riferimento ai prodotti ancora sigillati.
Il riso basmati cotto, invece, può essere conservato per alcuni giorni se cotto al vapore e riposto in un contenitore per alimenti ben chiuso. La versione integrale di questo riso è ancor più consigliata a chi vuole conservarlo ancor più a lungo.