Origano

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Che cos’è l’origano

Conosciuto botanicamente come Origanum vulgare, quella che troviamo in commercio e consumiamo è una pianta spontanea di montagna, tanto che la stessa etimologia della parola rimanda a questa origine (dal greco, oros che vuol dire “monte” e ganaos, che invece indica “splendore” e “piacere”). In genere, questa erba perenne ha una base legnosa e fusti eretti alti fino a circa un metro, con foglie opposte e picciolate di colore verde su entrambe le facce e fiori di colore bianco o rosa.

 

Storia dell’origano

L’origano è originario dell’Europa del Nord, anche se cresce in molte regioni del mondo e anche qui da noi: in particolare, la Regione Siciliana lo ha riconosciuto ufficialmente come prodotto tipico siciliano, mentre il Ministero delle Politiche Agricole del nostro Paese lo ha inserito nel novero dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Le sue proprietà aromatiche sono note e apprezzate fin dai tempi antichi, con i Greci e i Romani che lo utilizzavano anche come simbolo di gioia e serenità: la pianta sarebbe stata particolarmente apprezzata dalla Dea Afrodite, secondo il mito, e per questo una corona di origano era tradizionalmente posta sulla testa degli sposi o durante i funerali per trasmettere pace ai morti. Di sicuro, la coltivazione prosegue in Francia e in Europa durante il medioevo, imponendola nella cucina mediterranea ed espandendosi anche in Oriente (dove però venivano preferiti gli utilizzi medicinali), mentre la conquista degli Stati Uniti arriva solo nel secondo dopoguerra, importata dai soldati di ritorno dall’Italia, dove avevano conosciuto le tante proprietà e il gusto dell’origano.

 

Le varietà di origano

In realtà, sotto il nome comune di Origano (scientificamente, Origanum) si accolgono oltre 45 specie differenti della famiglia delle Lamiaceae, delle quali però sono due in particolare ad essere conosciute ed utilizzate in ambito gastronomico. Oltre all’origano comune (Origanum vulgare), quello cioè che stiamo descrivendo, c’è anche la “sorella” maggiorana (Origanum majorana), che condivide molti aspetti organolettici ed estetici, anche se si presta maggiormente al condimento di pietanze di mare, al contrario dell’erba aromatica tradizionale.

 

Utilizzi in cucina dell’origano

L’origano è una delle principali spezie della cucina mediterranea, utilizzata nelle varie gastronomie locali con poche differenze, a ben vedere. In Italia, ad esempio, è ingrediente frequente di salse e sughi, per condire primi piatti di pasta, oltre che aggiunta sfiziosa alla carne grigliata, al pesce o anche su vari tipi di pizze e focacce, anche in abbinamento con altre erbe aromatiche; in Francia, è insieme a rosmarino e santoreggia la componente principale del noto del misto di “herbes de Provence”, che servono a insaporire carni e pesce stufati o grigliati, nonché piatti a base di verdura. Nel resto del mondo, l’origano trova applicazione nella cucina araba, in particolare per aromatizzare il kebab (ormai diffusissimo anche da noi) e dunque la carne di montone o agnello, così come in quella dell’America Latina, in molte ricette insieme al timo per aggiungere gusto alle carni, ma anche a pomodori e peperoni. Le foglie essiccate, invece, trovano utilizzo in infusi con acqua bollente, in grado di avere effetti benefici anche sui disturbi legati alla circolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite.

 

Proprietà dell’origano

Le virtù benefiche dell’origano sono note da millenni, così come le indiscutibili proprietà medicinali, riscontrabili in particolare nelle sommità fiorite: è proprio dai fiori, infatti, che si estrae un olio essenziale dal sapore inconfondibile, penetrante e forte, che è comunemente ritenuto il più potente antisettico naturale a nostra disposizione, oltre a favorire la digestione e stimolare le secrezioni salivari e gastriche. Molto interessante anche la possibilità di impiegare l’olio essenziale di origano in suffumigi con acqua bollente e bicarbonato, per liberare le vie respiratorie e contrastare l’azione degli stafilococchi.

Considerato come alimento, invece, l’origano è ricco di nutrienti, a cominciare da minerali e vitamine, che però non riescono ad avere un impatto rilevante sull’organismo a causa del quantitativo di prodotto che si può consumare, ovviamente limitato (basti pensare che una porzione media, puramente indicativa e soggettiva, raramente supera i 5 grammi).

Ciò nonostante, l’origano fresco si caratterizza per una prevalenza di carboidrati, seguiti dal punto di vista dei nutrienti da lipidi e dalle proteine; si notano, ancora acidi grassi di tipo polinsaturo e peptidi a basso valore biologico, mentre i glucidi contenuti sono per lo più semplici e non c’è presenza di colesterolo; al contrario, risulta elevato l’apporto per quanto riguarda le fibre, il manganese, il calcio, il potassio e il ferro, oltre che quello di vitamina K, nonché di sostanze rientranti nel novero di niacina (vitamina PP), tocoferoli (vitamina E), retinolo equivalenti (pro vitamina A), ed acido ascorbico (vitamina C), dal particolare valore come agente antiossidante, per aumentare la resistenza dell’organismo a infezioni, agenti patogeni e infiammatori e soprattutto radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce delle cellule.

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